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NEONATO MA QUANTO MI COSTI? FORSE MENO DEL PREVISTO

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

Ogni anno escono indagini e studi che cercano di stimare quanto costa mettere al mondo un figlio e quanto si spende mediamente a crescerlo e i numeri che escono spesso spaventano un po’.

Si parla di cifre che vanno dai 7.000 € ai 15.000 € per il primo anno di vita del bambino e fino a 2.000 € di spese in gravidanza.

Nell’infografica realizzata da money.it da cui prendiamo un estratto, si vede un tentativo di razionalizzazione dei costi del primo anno di vita del bimbo:

È vero, la nascita di un bambino non è costo zero, così come non lo sarà la sua crescita, ma purtroppo questi dati sono in larga parte influenzati dal marketing delle aziende che producono prodotti per l’infanzia. Dopotutto quale neo-genitore vorrebbe mai far mancare qualcosa al suo bambino? Chi non vorrebbe il meglio? Ma il “meglio” che è entrato nell’immaginario comune forse non è così realistico e l’indispensabile per il nostro piccolo bambino forse non è tutto ciò che la pubblicità e il marketing ci vogliono far credere.

Come spiega anche Giorgia Cozza nel suo libro “Bebè a costo zero” – ormai una pietra miliare per le famiglie attente agli sprechi – il neonato ha bisogno fondamentalmente di poche cose: contatto, vicinanza, contenimento e nutrimento.

Gli altri bisogni sono sostanzialmente indotti dal mercato: un neonato ha davvero bisogno di una sdraietta o di una giostrina? No, anzi la maggior parte dei genitori vi diranno che il bimbo piange nella sdraietta e si rilassa e si addormenta non appena viene preso in braccio.

Colpisce il fatto che l’alimentazione sia la voce più costosa. Se il neonato viene allattato al seno non ha bisogno di nient’altro a livello di alimentazione: nessun biberon, nessuna pappa fino ai 6 mesi, nessun infuso o camomilla varia. Il latte materno ha in sé tutti i nutrienti necessari per la salute del bambino fino ai 6 mesi. Certo se la mamma non può allattare, il latte artificiale ha un costo, così come il biberon, che va scelto con attenzione.
Ma quando si parte con lo svezzamento c’è tutto il mondo del cosiddetto “baby food” che ha costi molto elevati e non sempre giustificati: siamo davvero sicuri che è meglio mettere l’omogeneizzato al formaggio nel passato di verdure invece che sciogliere nella pappa la ricotta o il parmigiano che mangiano già anche i genitori? Anche in questo caso deve prevalere buon senso e praticità (e ogni genitore ha le sue esigenze) ma con un po’ di attenzione spesso si può risparmiare notevolmente, utilizzando anche per i bimbi quello che portiamo in tavola tutti i giorni, stando attenti alle consistenze, al taglio e al fatto che siano alimenti salutari.

Per quanto riguarda le altre voci, come sonno, svago e igiene ci sono sicuramente molti modi per risparmiare e ridurre gli sprechi. Un esempio? La culla, assolutamente non necessaria, che viene utilizzata dal neonato per pochi mesi e che può essere serenamente sostituita dal classico lettino con le sponde fin dai primi giorni, ma anche giostrine, sdraiette, giochi e altri accessori di varia natura.

Ci sono seggioloni che fino ai 6 mesi svolgono il ruolo di sdraietta e poi crescono insieme al bambino trasformandosi in sedia alta… anche questo può essere un risparmio, così come si può stare attenti al classico mobile fasciatoio con cassettiera e vaschetta per il bagnetto, che spesso si rivela essere uno spreco. Ovviamente non si può generalizzare, non tutti i genitori sono uguali, così come non lo sono tutte le case, ma basterebbe dotarsi di una cassettiera normale (che servirà anche in futuro) sopra cui appoggiare un fasciatoio portatile per risparmiare qualche centinaia di euro. Per il bagnetto ci sono adattatori da vasca o doccia abbastanza economici.

Attenzione a creme e saponi, un neonato non ha bisogno di creme o saponi speciali: anche i pediatri suggeriscono di utilizzare acqua e bicarbonato o amido ad ogni lavaggio e di mettere una crema lenitiva nell’area pannolino solo se davvero arrossata e infiammata, non a ogni cambio.

Certo alcune cose sono indispensabili, come l’ovetto per i primi viaggi in auto e un buon passeggino o carrozzina. Si tratta di prodotti piuttosto costosi ma stando attenti alle offerte si può risparmiare. Inoltre occhio al trio: la carrozzina viene utilizzata pochissimo (di solito per i primi 1-3 mesi) e il passeggino del trio è molto pesante rispetto agli altri modelli “singoli” per cui spesso si finisce per cambiarlo molto presto. Potreste valutare l’idea di acquistare un duo (ovetto + passeggino): è vero che per i primi mesi si suggerisce di tenere il neonato in posizione sdraiata sulla schiena ma gli ovetti e i passeggini di nuova generazione permettono il mantenimento di una posizione ottimale quando si è a passeggio e a casa possiamo dotarci di una navicella usata o prestata, che funzionerà anche da culla/lettino per i primi mesi.

Un’altra voce di risparmio può arrivare dalla scelta dei pannolini lavabili, che in 3 anni permettono di ridurre drasticamente le spese per i pannolini (mediamente 50 € al mese) e contemporaneamente di fare un bel gesto nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità ambientale.

Infine l’abbigliamento: i bambini nascono tutti diversi per lunghezza e peso, meglio non comprare troppi vestiti, body e tutine che rischiano di essere troppo piccoli alla nascita o di andare bene al bambino ma quando ormai sono fuori stagione. Il suggerimento è quello di acquistare il minimo indispensabile per il corredino da portare all’ospedale (body e tutine) e aspettare la nascita del bambino per acquistare il resto.

In questo caso entra in gioco J BIMBI con i body 0-36 mesi taglia unica: con un body solo si può vestire un bambino indipendentemente dal suo peso e dalla sua lunghezza alla nascita e inoltre si continuerà ad utilizzare lo stesso body fino ai 3 anni, perché cresce insieme al bambino. Un notevole risparmio economico per le famiglie e di materie prime per l’ambiente.

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