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Ott

CONSIGLI ORTODONTICI E UTILIZZO DEL CIUCCIO

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

L’armonia dei denti e della bocca è fondamentale, fin dai primi anni di vita del bambino.

Una maggiore consapevolezza dei problemi ortodontici nelle diverse fasi della crescita consente di procedere ad un’opportuna diagnosi e terapia di alterazioni nella posizione di uno o più elementi dentali, prevenendo e curando il danno che queste provocano sulle funzioni della masticazione, respirazione e fonazione oltre che sull’estetica del viso.

Alcune malocclusioni si sviluppano come conseguenza di comportamenti errati come la suzione del dito, del ciuccio o giocattoli.

La prevenzione in età pediatrica contribuisce all’individuazione di eventuali problemi, che con il coinvolgimento dello specialista più indicato (logopedista, otorino-laringoiatra, allergologo, chirurgo maxillo-facciale, pediatra) consente di risolvere il problema alle sue primissime manifestazioni, con un impatto sostanziale sulla salute del bambino.

Al compimento del primo anno di vita del bambino un primo esame odontoiatrico rivela possibili carie sui denti da latte, permette di prevenire l’insorgenza delle conseguenze di possibili alterazioni dentali e di impostare una corretta igiene orale. Intorno ai 5/6 anni il bambino inizia a cambiare i denti da latte: analizzare il piccolo in questa importante fase di trasformazione, caratterizzata dalla prima coesistenza dei denti da latte e dei denti permanenti, consente un’analisi predittiva dell’evoluzione del suo sviluppo dentale, senza sovraesporlo a visite numerose e frequenti. Questo permette all’ortodontista di valutare la reale esistenza di un problema da monitorare, correggere e soprattutto di pianificare di un trattamento che riduca le visite in studio: è indispensabile procedere con un programma individuale, studiato sulle specifiche esigenze del singolo bambino che definisca in anticipo quando questo deve cominciare e quanto è opportuno che duri. Questa analisi deve avvenire entro e non oltre i 7 anni di vita, secondo le principali line guida internazionali, fra cui l’American Association of Orthodontis, punto di riferimento per la comunità scientifica del settore.

 

UTILIZZO DEL CIUCCIO

Un argomento dibattuto negli anni sia in campo pediatrico che in quello ortodontico è quello che riguarda l’utilizzo del ciuccio.

Fra le cattive abitudini da correggere ancora oggi si segnala il particolare uso protratto del ciuccio o dalla tipologia di ciuccio errata, che può avere ripercussioni sull’occlusione dentale, contribuendo all’instaurarsi di problematiche dentarie, scheletriche e funzionali.

Sebbene le malocclusioni possano essere causate da altre situazioni, è opportuno ricordare ai genitori l’indicazione a sospendere la suzione del ciuccio a decorrere dai due anni di età.

Succhiare il ciuccio è una comune abitudine non nutritiva, viene usata per calmare i bambini che piangono, per aumentare il benessere dei genitori, per prevenire la sindrome della morte in culla (SIDS) e la suzione del pollice. Molti neonati tornato a casa dall’ospedale con un ciuccio, ma le mamme e papà cosa sanno su questo dispositivo?

I ciucci sono diversi tra loro. Per i neonati, le dimensioni sono più ridotte e hanno una forma che promuove la suzione. Con la crescita del bambino, anche il ciuccio che lo accompagna deve adattarsi. La scelta in generale va fatta in base all’ergonomia, alle dimensioni e ai materiali, che devono essere sicuri.

La loro forma infatti è studiata per adattarsi al palato e alle altre strutture della bocca senza causare effetti collaterali. In particolare, la forma del collo molto sottile, la forma appiattita e anche i materiali hanno l’obiettivo di non influire sullo sviluppo anatomico. Non solo: i materiali, le dimensioni e il peso ridotti sono studiati per favorire la corretta deglutizione e una respirazione ottimale.

 

Il ciuccio…non si zucchera!

In passato spesso si mettevano zucchero e miele nel ciuccio dei bambini per calmarli in situazioni di pianto e agitazione. Si tratta di un’abitudine scorretta, fortunatamente ormai in disuso. Uno studio della Queensland University of Technology ha dimostrato che seguire un’alimentazione in cui sono presenti quantità di zucchero durante la prima infanzia aumenta il rischio di obesità, disturbi cognitivi e deficit di attenzione. Inoltre, somministrare miele prima del compimento di un anno è sconsigliato perché potrebbe contenere delle sporte di botulino che nei bambini più grandi e negli adulti vengono distrutte dai succhi gastrici, mentre nei bambini piccoli, avendo una diversa composizione della flora batterica dello stomaco, possono raggiungere l’intestino dove producono una tossina nociva. Infine, il miele contiene, anche se in quantità minori, fruttosio, glucosio, saccarosio e altri glucidi che hanno comunque un potere dolcificante simile allo zucchero raffinato.

Zuccherare il ciuccio, per lungo tempo, sarebbe infatti uno dei fattori predisponenti per l’insorgenza della malattia cariosa nei bambini. Il batterio responsabile è lo Streptococco Mutans che, in un ambiente dove vi è una dieta ricca di zuccheri e/o carboidrati raffinati, bevande gassate, produrrebbe nella fase di metabolismo di questi degli acidi che, in mancanza di un’azione preventiva immediata (igiene orale domiciliare) potrebbe alla cosiddetta “demineralizzazione” dello smalto dentale con conseguente insorgenza della malattia cariosa.

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