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Nov

IL POTERE DEL “LASCIAR FARE”

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

Una delle prime cose che si scopre quando si ha un neonato è che il gioco non è solo gioco, soprattutto nei primi 36 mesi di vita.

In questa fascia d’età, il gioco libero, quello spontaneo, non programmato, senza regole e senza obiettivi, è uno degli strumenti più potenti per lo sviluppo emotivo e cognitivo.
È il gioco che non “insegna” nulla, ma in realtà insegna tutto.

 

Che cos’è davvero il gioco non strutturato?

Il gioco non strutturato è spontaneo, inventato dal bambino, non guidato dall’adulto e senza un risultato finale da raggiungere.

È il gioco in cui un cucchiaio diventa un microfono, una scatola un treno e un tappeto una giungla.

È importante perché nei primi tre anni il cervello si sviluppa a una velocità unica, il bambino costruisce le basi della sua sicurezza emotiva, nasce il senso di autonomia, si struttura la creatività e si forma la capacità di attenzione.

Nessuna attività preparata è potente quanto il semplice “esploro ciò che trovo”.

Nei primi mesi il gioco non è “gioco”: è il modo in cui il bambino conosce il mondo.

Non esistono attività giuste, esistono esperienze come osservare la luce di una finestra, battere un oggetto sul pavimento, esplorare con le mani e la bocca, rotolare, gattonare, arrampicarsi o ascoltare la voce della mamma.

Il ruolo del genitore in questa fase è di essere vicina al piccolo. Non serve intrattenerlo, il bambino non ha bisogno di essere guidato. Ha bisogno di sapere che il genitore c’è.

Il gioco libero è fondamentale perché permette al bambino di testare i suoi limiti, prendere decisioni da solo, superare piccole frustrazioni, sperimentare causa-effetto e sentirsi capace e competente.

Cosa può fare il genitore?

Diventare una presenza leggera che:

  • Offre materiali semplici (scatole, cucchiai, tappi grandi, libri cartonati)
  • Osserva senza dirigere
  • Interviene solo se richiesto
  • Non trasforma ogni gioco in una lezione (“contiamo insieme”, “fai come me”)
  • Non dice “stai giocando nel modo sbagliato”

Il bambino impara da ciò che crea, non da ciò che riproduce.

 

Stimolazione vs relax

Oggi i bambini vivono in un mondo pieno di giocattoli interattivi, corsi precoci, attività strutturate e mille altri stimoli. Il rischio è quello di tenerli sempre impegnati.

In realtà, nella fascia 0-3 anni, l’eccesso di stimolazione è un problema più grande della noia.

Come riconoscere la sovrastimolazione?

  • agitazione,
  • difficoltà a concentrarsi
  • richiesta continua di attenzioni
  • fatica a dormire
  • irritabilità

Il cervello del bimbo ha bisogno di pause, lentezza, vuoti da riempire.

Quando invece manca stimolazione?

Quasi mai. I bambini piccoli hanno una naturale spinta esplorativa, basta garantire un ambiente sicuro, una presenza accogliente e dei materiali adatti. Il resto lo faranno da soli.

Una routine semplice e serena di gioco libero può consistere nel preparare l’ambiente (pochi giochi, niente schermi, un tappeto),lasciare che il bambino giochi (il genitore è presente ma non dirige), rimettere a posto insieme e passare alla prossima attività.

La routine dà calma, il l gioco dà libertà e insieme costruiscono sicurezza.

Il miglior regalo che possa essere fatto a un bambino piccolo è spazio, tempo e fiducia.
Il gioco libero non è un vuoto, è un modo per dirgli: “Io credo in te. Puoi esplorare. Io sono qui.”