06

Set

RIENTRO AL LAVORO: NONNI, ASILO NIDO O BABY SITTER?

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

Nei primi mesi di vita, mamma e bambino sperimentano una sorta di fusione. Poi, però, dovranno affrontare graduali separazioni. A chi lasciare il piccolo? Qual è la soluzione migliore, anche in base all’età?

La simbiosi sperimentata nel periodo dell’attesa prosegue dopo la nascita, nelle prime settimane e mesi di vita del bambino. La prima separazione, in occasione della ripresa professionale della mamma, segna un momento importante nella vita di entrambi.

Quando la mamma deve rientrare al lavoro, che il bimbo abbia 3 mesi o 1 anno, si tratta sempre di un passaggio importante e delicato, a cui va dedicata la giusta attenzione.

Per vivere al meglio questa nuova avventura, è fondamentale che la famiglia individui la persona o il servizio giusto a cui affidare il piccolo. Ovviamente non esiste una soluzione migliore; la soluzione giusta è quella che garantisce la serenità dei genitori e di conseguenza quella del bambino. Se loro non sono tranquilli, il piccolo lo sente, respira le loro emozioni e preoccupazioni e vivrà con più difficoltà il cambiamento.

 

A CHI AFFIDARLO?

L’importante è fidarsi delle figure al quale si decide di affidare il proprio bambino. Una relazione basata sulla fiducia tra i genitori e le altre persone destinate a diventare figure di riferimento importanti per il bambino è condizione irrinunciabile per il benessere del piccolo e la serenità materna. La madre deve sapere che potrà confrontarsi con l’altra persona e che, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, si collaborerà per accogliere e soddisfare al meglio i bisogni emotivi del bambino, tenendo anche in considerazione la sua età. La scelta che una famiglia si trova di fronte di solito riguarda asilo nido, nonni (se e quando sono disponibili) o baby-sitter. A seconda dell’età del bambino, della disponibilità della famiglia e delle diverse necessità lavorative della mamma, si possono anche fare scelte “miste”, usufruendo del nido o dei nonni solo per una parte della giornata o affidandosi a servizi di Tagesmutter, per qualche giorno o ora alla settimana.

 

ASILO NIDO: STIMOLI POSITIVI E SOCIALIZZAZIONE

Al nido i bambini ricevono stimoli adeguati all’età che rappresentano un’importante opportunità di apprendimento cognitivo. Ci sono inoltre, i vantaggi legati allo sviluppo del linguaggio e alla socializzazione. Alcune ricerche hanno dimostrato che fin da piccolissimi la frequentazione del nido può stimolare il sentimento dell’amicizia. Se la scelta della famiglia ricade su questo servizio, come individuare la struttura che meglio risponde alle proprie esigenze? Oltre a verificare che l’ambiente sia luminoso, pulito, con spazi adeguati a muoversi ed esplorare in libertà e sicurezza, è fondamentale conoscere gli educatori di riferimento, le modalità seguite per accompagnare il piccolo nel delicato periodo dell’inserimento e nella sua crescita e i progetti educativi formativi. Una volta individuato il nido “giusto”, chi sarà a vivere insieme a lui l’esperienza dell’inserimento? Se la situazione lavorativa permette di scegliere, è meglio che se ne occupi la mamma o il papà? Anche in questo caso non c’è una risposta univoca, dipende dalle reazioni del bambino. È fondamentale restare in ascolto, essere in sintonia con lui, ed essere pronti a modificare la situazione in base alle sue reazioni. Lo stesso discorso vale per la gestione del distacco: mai andare via senza salutarlo approfittando di un suo momento di distrazione. Se piange, meglio fermarsi qualche minuto in più per aiutarlo a calmarsi e a confortarlo. In una società che va di corsa, un genitore che si prende del tempo per elaborare emozioni forti, è un esempio molto positivo per il bambino.

E dopo tante ore lontani? Anziché apparire felice quando la mamma torna, il bimbo sembra nervoso o arrabbiato? Dopo una giornata trascorsa al nido, in mezzo a tanti coetanei e sollecitazioni, il bambino può avere un sovraccarico di stimoli che non riesce a gestire. È normale che sia stanco e un po’ nervoso. Se il piccolo è proprio di cattivo umore, piange e protesta spesso, è un segnale da non ignorare ed è opportuno parlarne con gli educatori per capire da cosa nasce il disagio. A volte, a causare malumore, è il fatto che il bimbo vorrebbe l’attenzione materna tutta per sé, e, se non la ottiene, rimane deluso. Al suo rientro è importante che la mamma gli dedichi del tempo, anche solo 10-15minuti, in esclusiva per coccolarlo, allattarlo, giocare con lui o ascoltare il racconto della sua giornata.

 

I NONNI: IL BENE PIÙ PREZIOSO, MA CON IL GIUSTO LIMITE

Secondo alcune indagini, i nonni sono la soluzione preferita dalla maggior parte dei genitori. Se i nonni sono ancora in salute e accolgono con gioia l’incarico di occuparsi del nipotino, si tratta di una soluzione che ha innegabili vantaggi a livello pratico, economico e affettivo. Dato che tra nonni e nipoti esiste già un legame, anche il distacco dalla mamma può risultare facilitato. Inoltre, se con i nonni c’è un buon rapporto ci si può sentire più tranquilli nel lasciare il piccolo a persone di cui ci si fida. Nel nostro paese i nonni spesso ovviano alle mancanze di un welfare carente per la famiglia ma il rischio è che tendano a farsi carico di competenze educative che dovrebbero essere proprie dei genitori. In questo caso un buon dialogo è indispensabile: occorre confrontarsi a proposito delle prospettive educative e condividere una linea comune affinché il bimbo riesca a relazionarsi con figure che hanno atteggiamenti diversi che lo arricchiscono. Occuparsi di un bimbo a tempo pieno è un impegno molto faticoso perché ha bisogno di muoversi ed esplorare molto, per cui non tutti i nonni hanno le energie necessarie. Ecco perché l’ideale sarebbe affidare il bimbo ai nonni solo per una parte della giornata. Se invece si occupano di lui per molte ore al giorno, un’attenzione particolare dovrà essere riservata ai passatempi tecnologici: è bene chiarire che al di sotto dei 3 anni è fortemente sconsigliato l’utilizzo di dispositivi come cellullari, tablet, computer. Anche l’appuntamento con la televisione sarebbe da rimandare o limitare dopo il terzo compleanno. In questo periodo della crescita il bambino ha assolutamente bisogno di esperienze sensoriali, non virtuali.

 

BABY SITTER COME ALTERNATIVA? SI O NO

Per i bambini al di sotto di un anno la baby sitter può offrire quel rapporto uno a uno che all’asilo nido non è possibile. Per i genitori rappresenta una soluzione pratica a livello logistico, dato che non occorre preparare il bimbo per uscire ogni mattina e non si devono fare salti mortali per organizzarsi sul lavoro in caso di malattia. Inoltre, la possibilità di restare nel proprio ambiente, ricco di riferimenti affettivi, può facilitare il distacco. Rispetto ai nonni è una figura “neutra” chiamata a svolgere il suo incarico con professionalità e seguendo le direttive dei genitori. Ovviamente dovrà essere individuata con criterio, valutandone competenze e referenze. Se la scelta ricade su una tata originaria di un altro paese, può essere un’opportunità in più per entrare in contatto con culture diverse, un’esperienza utile per una generazione destinata a vivere in una società multiculturale. Ma come organizzarsi per individuare la figura che fa al caso nostro? Il passaparola tra genitori è sempre efficace, altrimenti ci si può rivolgere a un’agenzia che fornisce i riferimenti di candidate già selezionate in base al curriculum e alle referenze presentate. Oppure, su internet ci sono portali dedicati che permettono di consultare le schede delle tate disponibili nella propria zona. Individuate una o più candidate baby-sitter, il genitore dovrà prendere in considerazione due aspetti: la sintonia a livello emotivo con i bisogni del bimbo e la capacità di organizzare attività stimolanti e adeguate alla sua età.

 

COME GESTIRE E FAVORIRE IL DISTACCO

Può capitare che alla mamma venga suggerito di modificare le sue modalità di accudimento, ad esempio interrompendo l’allattamento o non addormentando il piccolo in braccio, per anticipare e favorire l’esperienza del distacco. In realtà privare il bambino di rituali noti e amati non è necessario e risulta spesso controproducente. I piccoli hanno grandi risorse che li aiutano ad adattarsi alle novità: quando sono all’asilo nido imparano ad addormentarsi, mangiare, giocare in modo diverso rispetto a casa. Ma quando sono di nuovo insieme ai genitori, l’allattamento, le coccole, la vicinanza si rivelano di grande aiuto per ritrovarsi e fare il pieno di rassicurazione. L’allattamento è un alleato prezioso per affrontare la separazione con più serenità e per il bimbo è rassicurante constatare che in un periodo di importanti cambiamenti le poppate continuano come in precedenza. Per questo motivo, qualora ci fosse l’intenzione di interrompere l’allattamento, il suggerimento è di cercare di posticipare questo passo per non rendere ancor più faticosa l’esperienza già impegnativa del distacco.

Quando la mamma ha ripreso il lavoro e il bimbo si abitua alla nuova routine, alcuni accorgimenti possono facilitare il momento dei saluti. La mamma può raccontare cosa farà in ufficio e le attività che lui svolgerà al nido o con i nonni, e affidargli un oggetto o un gioco che per loro, in famiglia, ha un significato speciale.

Se il bimbo è un po’ più grande, dopo i due anni, durante la giornata potrà fare un disegno o preparare un dolce insieme ai nonni o alla baby sitter, per fare una sorpresa a mamma o papà. Sei il bimbo è triste, la mamma o il papà possono spiegargli che presto uno di loro tornerà a prenderlo donandogli riferimenti concreti: ad esempio dicendogli che arriveranno dopo pranzo o alla merenda e anticipandogli quello che faranno di bello quando saranno di nuovo insieme.

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