28

Ott

COME TENERE IN BRACCIO UN BIMBO APPENA NATO?

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

Il tuo bimbo è nato e finalmente puoi ammirarlo e coccolarlo! Ma qual è il modo migliore per tenerlo in braccio? Di fronte a una creatura così piccina e delicata, può capitare di sentirsi un po’ insicuri. Sappiamo che è importante sorreggere la testolina, ma ci sono altri accorgimenti da seguire perché il bambino si senta comodo e ben sostenuto? E se è agitato, ha fastidio al pancino o deve digerire? Ecco tutte le “posizioni” per tenerlo in braccio nel modo più confortevole per i genitori e il bimbo.

 

Vicini vicini

Prima di parlare delle posizioni da adottare, è opportuno fare una premessa e sottolineare quanto sia importante per il piccolo, e anche per i suoi genitori, questa forma di contatto e vicinanza. Al di là della tecnica, infatti, quando il bambino è in braccio alla mamma o al papà vive una condizione di profondo benessere. Per il neonato il contatto è fondamentale: tra le braccia del genitore si sente contenuto e al sicuro e ritrova le sensazioni sperimentate nella sua vita prenatale, quando era accarezzato dal liquido amniotico, cullato, mai solo. Non è un caso se, posato sul petto della mamma o rannicchiato nel suo braccio, il bambino si tranquillizza e, in genere, si addormenta rapidamente. Questa vicinanza piace anche ai genitori e li aiuta ad entrare in sintonia con il loro bambino.

 

La posizione per cullare e coccolare

La modalità più comune per tenere in braccio un neonato è quella con la sua testolina che poggia sull’incavo del braccio del genitore e il corpo sostenuto dall’avambraccio e dalla mano di mamma e papà. Nei primi mesi è necessario prestare particolarmente attenzione alla testa: quando si solleva il piccolo dalla culla, dal seggiolino auto o dal fasciatoio per prenderlo in braccio, una mano del genitore dovrà sempre sorreggere il capo del bimbo. Si tratta di un accorgimento indispensabile finché il bambino non riesce a sostenere da solo la testa, intorno al terzo mese di vita. Ma come capire se questo traguardo è stato raggiunto? Il genitore se ne rende conto perché il piccolo mantiene la testa dritta quando è in braccio in posizione verticale ed è in grado di sollevarla quando è sdraiato prono. Se il bambino è particolarmente agitato e anche in braccio fatica a tranquillizzarsi, può essere d’aiuto avvolgerlo in un lenzuolino (o in un telino) di cotone. In questo modo il piccolo si sente contenuto, come quando si trovava nel grembo materno. I confini offerti dal lenzuolino e il contatto con i genitori fanno sì che pian piano si rilassi e si addormenti. Questa è anche la posizione che viene usata più spesso per allattare. Quando il bimbo poppa nella posizione classica, può essere utile ricorrere a uno o più cuscini per portarlo all’altezza giusta, cioè con il viso di fronte al seno: in pratica, si colloca il cuscino sulle gambe della mamma, si posiziona il bimbo sopra il cuscino e lo si sorregge con il braccio. Per garantire la comodità della mamma che allatta si possono sistemare anche alcuni cucini sotto le sue braccia e/o dietro la schiena.

 

Cuore a cuore con mamma e papà

Una posizione particolarmente amata dai piccolissimi e che in genere risulta comoda anche per mamme e papà è quella “cuore a cuore”, con il bimbo posato sul petto: il genitore è seduto o sdraiato e il neonato è sul suo torace, in posizione prona, con la testolina che poggia sul petto dell’adulto e le gambe rannicchiate.  Se il genitore è seduto o si è sistemato sul divano con la schiena semi-reclinata, sorreggerà il corpo del piccolo tenendogli una mano sulla schiena. In questo modo, il neonato ritrova il calore, i confini, il profumo della mamma e il battito del suo cuore, che lui conosce molto bene perché gli ha fatto compagnia nei lunghi mesi trascorsi nel pancione. La posizione è quella della Kangaroo Mother Care, o marsupioterapia, che permette ai bimbi nati prematuri ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale di stare a contatto con la madre, pelle a pelle con lei. Quando il bambino viene dimesso e torna a casa con i genitori, si consiglia di portare avanti questa consuetudine ancora per diverse settimane, per dargli modo di recuperare il tempo che avrebbe dovuto trascorrere nell’utero materno, sperimentando un contatto prolungato e una vicinanza che gli danno sicurezza. I benefici della posizione pelle a pelle riguardano, naturalmente tutti i neonati, anche i piccoli nati a termine. Questo contatto favorisce il buon avvio dell’allattamento. Ad esempio, se il bimbo è un po’ pigro, la vicinanza pelle a pelle e l’odore della mamma lo incentivano ad attaccarsi e a poppare, stimolando così la produzione del latte.

In questo caso c’è un però! E’ molto importante stare attenti se si decide di utilizzare questa posizione: il bimbo, soprattutto se dorme, va controllato, deve avere la testa sollevata e le vie aeree sempre ben visibili onde evitare il rischio di soffocamento.

 

Prima della nanna, le coccole anticoliche

Per alcuni neonati, la sera rappresenta un momento particolarmente critico. La stanchezza accumulata nel corso della giornata a causa delle sollecitazioni e della scoperta dell’ambiente circostante, sommata a un possibile fastidio al pancino, fa sì che il piccolo pianga a lungo e fatichi a calmarsi. In questo caso può essere d’aiuto tenerlo in posizione prona sull’avambraccio del genitore, massaggiandogli la schiena con l’altra mano. Questa posizione, unita al movimento del genitore che culla il bimbo o cammina lentamente tenendolo sul braccio, favorisce in genere il rilassamento.

Ma come capire qual è la soluzione più confortevole? È il bambino stesso a manifestarlo. Se in una posizione non si sente comodo, si agita e il pianto si intensifica. A volte può essere d’aiuto alternare soluzioni diverse, ad esempio cullando il piccolo in posizione “classica” e poi provando a sdraiarsi con lui sul petto.

 

La posizione che aiuta la digestione

Quando il bambino ha bisogno di digerire dopo la poppata o dopo un pasto con il biberon, la posizione ideale è quella verticale. Il genitore tiene in braccio il piccolo appoggiandolo al proprio corpo con la testolina posata sulla spalla.

Con un braccio sorregge il corpo del bambino e, con l’altra mano, sostiene la testa. Questa posizione è particolarmente indicata dopo ogni pasto per i bambini che soffrono di frequenti rigurgiti o di reflusso gastroesofageo. Non è invece necessario che il bimbo faccia il ruttino se si è addormentato poppando al seno.

Le coliche sono uno dei disturbi più frequenti nei primi mesi di vita: se cullare il piccolo nella classica posizione a pancia in su non funziona, si può provare a tenerlo prono sull’avambraccio, massaggiandogli la schiena con l’altra mano,

Se non si allatta al seno è molto importante dotarsi di un biberon con tecnologia anticoliche, possibilmente in vetro per mantenere le proprietà organolettiche del latte.

 

La fascia e l’abbigliamento ideale per il contenimento cutaneo

Il bimbo piccolo ha bisogno di essere tenuto in braccio spesso per soddisfare la sua esigenza di vicinanza e rassicurazione.

Una soluzione particolarmente efficace per garantirgli il necessario contatto è offerta dalla consuetudine di portare i bimbi con un supporto in stoffa, fascia o mei-tai, o con un marsupio ergonomico.

Il neonato “portato addosso” ritrova le sensazioni di benessere sperimentate prima della nascita, si sente rassicurato e si rilassa. Il genitore ha la possibilità di occuparsi del suo piccolo e, allo stesso tempo, dedicarsi ad altre incombenze. La fascia è utile in casa e fuori per fare una passeggiata con il bimbo e godere delle mani libere in casa, sui mezzi pubblici o nei negozi.

Inoltre, è bene che il neonato sia “contenuto” mediante un abbigliamento che derivi da sostanze naturali, prive di coloranti e sostanze nocive, possibilmente in morbido cotone biologico che non irriti la pelle del corpo ma che allo stesso tempo lo contenga come un morbido abbraccio.

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