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Giu

COSA FARE SE UN NEONATO NON DORME

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

LE FASI DEL SONNO DEL NEONATO

Le esigenze di sonno per i bambini variano a seconda della loro età. In generale i neonati dormono la maggior parte del tempo ma il loro sonno è suddiviso in segmenti molto brevi. Man mano che crescerà, la quantità totale di sonno diminuirà lentamente, ma la durata del sonno notturno dovrebbe aumentare.

Facciamo due calcoli…

Generalmente, i neonati dormono da 8 a 9 ore durante il giorno e circa 8 ore di notte, ma si svegliano ogni 2-3 ore. Circa due terzi dei bambini sono in grado di dormire tutta la notte, senza svegliarsi dall’età di 6 mesi.

Bisogna ricordare che i bambini hanno cicli di sonno diversi rispetto agli adulti. Infatti trascorrono molto tempo nel sonno REM (Rapid Eye Movement). Quando si nasce il sonno REM rappresenta circa il 50% del totale, intorno ai 2-3 anni diventa il 25%, per raggiungere poi (come negli adulti) circa il 20% intorno ai 6 anni. Come anticipato, la percentuale di sonno REM nei bambini è maggiore perché funzionale allo sviluppo cerebrale e in cui i cicli di sonno sono più brevi e si sogna.

Di seguito sono riportate le specifiche esigenze di sonno notturno e diurno in linea generale per i neonati fino a 2 anni:

  • Neonati: dormono un totale di 16 ore di cui 8-9 notturno e 8 diurno;
  • 1 Mese: dormono un totale di 15,5 ore di cui 8-9 notturno e 7 diurno;
  • 3 Mesi: dormono un totale di 15 ore di cui 9-10 notturno e da 4 a 5 diurno;
  • 6 Mesi: dormono un totale di 14 ore di cui 10 notturne e 4 diurne;
  • 9 Mesi: dormono un totale di 11 ore di cui 3 diurne;
  • 1 Anno: dormono un totale di 11 ore di cui 3 diurne;
  • 1,5 Anni: dormono un totale di 13,5 ore di cui 11 notturne e 2,5 diurne;
  • 2 Anni: dormono un totale di 13 ore di cui 11 notturne e 2 diurne.

 

MA ALLORA PERCHE’ MIO FIGLIO NON DORME?

Partiamo da un presupposto fondamentale: il sonno del bambino è estremamente frammentato, non è uguale a quello dell’adulto. Questi risvegli, che avvengono ogni 30 o 60 minuti, vengono chiamati risvegli check-in, o risvegli di controllo, e sono previsti per far capire al genitore che il bambino sta bene (leggi l’articolo su come prevenire il rischio SIDS).

Detto questo, le motivazioni dei disturbi del sonno possono essere di varia natura: fisiologica, organica, emotiva, comportamentale, ambientale…

Il pediatra potrà escludere tutti i disturbi fisiologici, tra cui il più importante è il reflusso gastroesofageo, oppure disturbi delle vie urinarie, che possono causare dolore e fastidio ogni volta che il bambino fa pipì di notte, o provocare arrossamenti a livelli del pannolino. L’osteopata pediatrico può, dal canto suo, escludere tutte le motivazioni organiche, come per esempio tensioni a livello cervicale dovute al parto, alla posizione del feto nell’utero o del neonato nella culla (posizione della mezza luna); l’osteopata inoltre può essere risolutivo nelle famose coliche gassose, nei rigurgiti, nella plagiocefalia e nei disturbi del sonno in generale. Ma la causa potrebbe essere anche di tipo emotivo con l’arrivo di un fratellino, l’inserimento al nido, l’introduzione delle pappe, il rientro al lavoro della mamma…Esistono diversi meccanismi che favoriscono il normalizzarsi del sonno del bambino: alcuni sono biologici e dipendono dalla produzione di melatonina durante la notte e dalla maturazione celebrale, altri dipendono dall’influenza dell’ambiente esterno e dall’educazione. Una volta escluse tutte le cause sopracitate, allora possiamo andare ad analizzare la sfera che riguarda il comportamento.

Proprio il comportamento è molto spesso la causa non tanto dei risvegli quanto della difficoltà a riaddormentarsi e rientrare nella fase di sonno profondo: i bambini ricercano tutte le modalità che li hanno aiutati a prendere sonno durante l’addormentamento inziale.

Ma, per un bambino, cosa vuol dire dormire tutta la notte? Non significa che non lo sentirete più fiatare dalla sera alla mattina successiva, perché i risvegli sono fisiologici, ma che sarà sempre più in grado, una volta che gli avrete insegnato un addormentamento autonomo, di metterlo in pratica e di rientrare nella fase del sonno profondo velocemente, senza veramente interrompere il sonno. I benefici del sonno pediatrico sono innumerevoli, il primo è che, dormendo, il bambino cresce perché si abbassano i livelli di cortisolo e aumenta la produzione dell’ormone della crescita. In più, un bambino che non dorme bene non è solo difficile da gestire di notte, ma anche, anzi soprattutto, di giorno. La mancanza di sonno lo renderà nervoso, irritabile, difficile da calmare, perennemente stanco, con un bisogno continuo e costante di stare in braccio. Il paradosso del sonno è che più un bambino è stanco e più fa fatica ad addormentarsi; insegnandogli a dormire, assisterete sempre più a un processo di addormentamento sereno. Da ultimo, ma fondamentale, se il bambino dormirà anche i genitori saranno riposati.

 

COSA EVITARE E COME AIUTARLO A DORMIRE

Cercate di instaurare un rituale per fare addormentare il bimbo e un ambiente tranquillo e silenzioso. Alcune musiche o carillon (con piccole figure di animali che girano) messi sopra il letto del piccolo possono causare sovraeccitazioni visive o uditive che interferiscono con l’addormentamento. Meglio tornare alle vecchie canzoncine o ninna-nanne, hanno un suono più leggero e delicato.

Mettete il bambino nel lettino ancora sveglio e dategli un oggetto affettivo per addormentarsi e il ciuccio, che ha un effetto calmante e previene il rischio SIDS (morte in culla).

E’ importante seguire degli orari pressoché più regolari possibile durante il giorno. Separate bene le attività che fa di giorno da quelle che fa la sera o la notte e programmate la notte come tempo dedicato al sonno; evitate di mettervi a giocare la notte, lasciate queste attività nelle ore diurne.

Se il bambino piange, andate vicino ma non riempitelo di attenzioni. Rassicuratelo con un piccolo massaggio, rimettetegli il ciuccio in bocca nel caso lo avesse perso (esistono dei succhietti luminescenti che possono aiutarti durante il semi buio) o cambiate il pannolino se necessario (possibilmente senza alzarlo dal letto).

Mantenete il tono della voce basso e non accendete luci forti, anzi, sarebbe utile lasciare di fianco al bimbo una lucina di compagnia per evitare che si senta totalmente perso al buio, ma che abbia dei riferimenti, meglio ancora se la luce è repellente così che le zanzare, nei mesi estivi, non mordano la pelle delicata dei bimbi e che questi non si irritino più del dovuto.

Alcuni giochi, specie quelli di movimento, possono essere eccitanti e interferire con l’addormentamento; vanno evitati da una a due ore prima dell’orario abituale di addormentamento.

Il bagno può risultare eccitante per alcuni bambini: dovrebbe essere spostato in un altro orario della giornata se poi il piccolo presenta difficoltà dell’addormentamento.

 

Crescendo, il bambino imparerà progressivamente ad addormentarsi da solo senza l’intervento dei genitori che dovranno cercare di rafforzare la fiducia del bambino nelle proprie capacità, aiutandolo a scoprire, a sperimentare e a fare via via da solo, con gli adulti come esempio e guida.

 

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