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I TERRIBILI DUE

A cura di Morena Drago,

specializzata in pedagogia neonatale, consulente per l’abbandono dolce del pannolino e del ciuccio

Cosa accade al nostro bambino allo scoccare dei due anni? A volte anche poco prima o poco dopo…

E perché vengono chiamati proprio “I TERRIBILI DUE”? Cosa accade al bambino a questa età e come viene percepito dai genitori?

Il cervello del bambino inizia a formarsi già poche settimane dopo il concepimento, alla nascita le sinapsi si formano al ritmo di 40.000 al secondo, con 100 miliardi di neuroni (circa), per poi aumentare progressivamente, fino ai 3 anni, periodo di vita in cui ogni neurone possiede circa 10.000 sinapsi.

Successivamente le sinapsi poco attive o non attive verranno gradualmente eliminate. Questo quadro ci fa capire a colpo d’occhio quanto può essere attivo il cervello di un bambino a 2 anni!

Ma non è finita qui! Cerchiamo di capire meglio.

A due anni solitamente ogni bambino ha una discreta padronanza del proprio corpo, comprende bene le parole degli adulti, alcuni bambini iniziano ad esprimersi con le prime parole di senso compiuto, altri provano frustrazione per non riuscire ancora a farlo.

Inoltre in questo periodo di vita hanno un’ottima capacità logica, sentono di poter fare affidamento sulle proprie abilità e ritengono di poter portare a compimento azioni che vedono fare agli adulti e che desiderano replicare! Sono curiosi e vogliono toccare o provare ogni oggetto che vedono. In parole povere: vogliono fare tutto e toccare tutto, letteralmente inarrestabili!

In questo tiro alla fune tra l’istinto del bambino e il freno che pongono gli adulti, le emozioni dove stanno? L’impossibilità di saper regolare le proprie emozioni è dovuta all’immaturità del cervello, pertanto, sappiate che non serve a nulla dire ad un bambino di calmarsi o chiedergli di smettere di agitarsi, quello che però può fare l’adulto è sapere come guidare un bambino fuori dalle tempeste emotive.

Fra i 2 e i 3 anni, inoltre, i genitori si rendono conto di non avere più quel piccolo pargoletto che oltre a mangiare e dormire adorava le coccole e le tranquille passeggiate. Ma la presa di coscienza non è così immediata, ci vuole un po’ di tempo, e a volte una discreta dose di resistenza, prima di riuscire a capire che il proprio figlio vuole iniziare ad affermare sé stesso.

Qual è dunque il segreto per affrontare i cosiddetti “Terrible two”?

Smettere di vedere il proprio bambino per quello che non è più e, al contrario, accettare che ha delle preferenze e che ci terrà ad ottenere ciò che desidera con tanta grinta ed audacia!

Accogliere il proprio figlio nella sua interezza ed accettarlo come persona è sicuramente la via giusta per istaurare un rapporto rispettoso e di fiducia.

Per un adulto è facile questo cambiamento?

Diciamo che mentre il bambino percorre la strada della crescita, nel vero senso della parola, gli adulti sono più propensi alla staticità, pertanto gli atteggiamenti burrascosi e di insistenza dei bambini potrebbero lasciare davvero spiazzati.

Tocca all’adulto però essere in grado di gestire le proprie emozioni, sapere che un bambino iperstimolato o troppo stanco non sarà collaborativo e tantomeno paziente, ad esempio.

Inutile quindi chiedergli di comportarsi bene, non è certo questione di buona educazione.

Prevenire le crisi di pianto causate dalla stanchezza è il modo in cui il genitore evita di stancare eccessivamente il bambino, che non sarà di certo disposto a ragionare e tantomeno verrà a dirci “Mamma, papà, siccome sono stanco, schiaccio un riposino”!

Un bambino attratto da un aggeggio, seppur pericoloso, non sarà di certo disposto a desistere davanti agli avvertimenti “non toccare” o “così ti fai male”. Una volta che un bambino si è prefigurato l’interazione con un oggetto vorrà metterla in pratica con tutta la sua determinazione, se sembra non ascoltare i vostri avvertimenti verbali cercate di non cadere nella trappola delle punizioni o delle severe sgridate, sarebbero vane.

Piuttosto fate in modo di convogliare la sua attenzione e le sue energie verso un’azione non pericolosa che possa realizzare il suo desiderio di sentirsi capace! I bambini amano sentirsi capaci, vedono tutto il giorno adulti laboriosi e non vogliono certo essere da meno!

Come far fronte quindi ai terribili due anni?

Se si segue la fisiologia e il ritmo della giornata di un bambino, i due anni non saranno più così terribili da affrontare e superare!

Come già detto, è l’adulto che conduce il bambino a seguire un ritmo a lui consono, in un contesto opportuno, con la giusta alternanza tra la realizzazione di attività sicure e il bisogno di calma e riposo.

Benché vediamo già che a questa età i bambini sono intelligenti, non chiediamo loro più di quanto necessario, ricordiamoci che sono pur sempre bambini.

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