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OTITE NEI NEONATI E BAMBINI: A COSA FARE ATTENZIONE E RIMEDI

A cura di Redazione J BIMBI,

composta da mamme e redattrici esperte

L’otite nei bambini è da ricondurre all’azione di batteri o virus, sostenuti spesso da fattori soggettivi (età, stato immunitario) e fattori locali (ipertrofia adenoidea, struttura della tuba di Eustachio). Anche se l’otite può verificarsi in qualsiasi età, la fascia pediatrica è quella generalmente più interessata e la propagazione e sviluppo dei germi attraverso la tuba di Eustachio, è ormai la causa principale accertata.

Come capire se il tuo bambino ha contratto l’infezione e a cosa fare attenzione?

  • Evitare categoricamente il fumo passivo, che può causare tantissime patologie, legate anche all’efficienza dell’udito in quanto le particelle di fumo irritano molto le mucose nasali e favoriscono la presenza dei batteri a livello auricolare.
  • Prestare molto attenzione alle manifestazioni di dolore. Quando il bambino è piccolo è fondamentale fare attenzione a tutti i movimenti che possono indicare la presenza di forti dolori, che arrivano prima degli effettivi deficit di udito. E’ necessario controllare se il piccolo si sfrega spesso l’orecchio o se lo tira, tipici segnali che possono far pensare ad un’otite.
  • Attenzione all’insorgenza di fenomeni febbrili. Il consiglio è quello di verificare sempre questa possibilità e quindi di sottoporre il tuo bimbo a un controllo alle orecchie, soprattutto se la temperatura supera i 38°C.
  • Presenza di catarro. La presenza di catarro nel condotto uditivo può far sospettare ad un’infiammazione della tuba di Eustachio che può portare all’otite catarrale, disturbo che si manifesta soprattutto nel periodo invernale e che se trascurata può evolvere in una forma acuta.
  • Fuoriuscita di pus dall’orecchio, una delle più frequenti manifestazioni di otite media, può significare l’insorgenza di un’otite purulenta, infiammazione caratterizzata dalla formazione di essudato, un liquido prodotto dal corpo come risultato di un processo infiammatorio, nella cassa del timpano.

 

Sebbene non sia possibile prevenire l’otite media nel bambino, alcuni comportamenti possono contribuire a ridurre il rischio di infezione:

  • Assicurarsi che il bambino abbia eseguito le vaccinazioni secondo il calendario vaccinale nazionale, con particolare riguardo al vaccino esavalente e a quello anti-pneumococco.
  • Preferire l’allattamento al seno anziché l’allattamento artificiale, laddove possibile, o prediligere biberon a basso vuoto, che hanno un effetto di prevenzione delle otiti. Il vuoto nel biberon obbliga il bimbo a fare uno sforzo per succhiare il latte, creando una situazione ideale per la risalita dei batteri verso le orecchie. Minore è il vuoto nel biberon, più naturale diventa la suzione e minore è il rischio di otiti.
  • Evitare di alimentare il bambino mentre è disteso sulla schiena ed evitare l’utilizzo prolungato del ciuccio.
  • Mantenere le orecchie asciutte e pulite mediante la pulizia accurata ma evitare di pulire il condotto uditivo con bastoncini di cotone o altri oggetti che possano causare microtraumi.
  • Migliorare l’apporto nutritivo evitando un’alimentazione ricca di amidi, latticini e zuccheri, soprattutto se il bimbo sta andando incontro allo svezzamento, perché potrebbe provocare otiti croniche consistenti.

 

RIMEDI CONTRO L’OTITE NEI BAMBINI

Quando si parla di rimedi contro l’insorgenza di otiti nei neonati e nei bambini, è opportuno evitare di optare per soluzioni temporanee, capaci di dare sollievo unicamente sul breve termine.

Evitare il “fai da te”, non tappare l’orecchio, non dare goccine per il dolore nell’orecchio e non somministrare antibiotici senza aver consultato il pediatra, il quale farà una valutazione diagnostica confermando o meno la presenza di infezione. Per calmare il dolore, in attesa del trattamento specifico è possibile somministrare paracetamolo o ibuprofene, facendo molta attenzione al dosaggio. Se dall’orecchio esce del materiale giallastro, il pus, è possibile pulire delicatamente il padiglione con una garzina o una spugnetta inumidita, evitando assolutamente di mettere altra acqua o altro liquido nell’orecchio.

La terapia raccomandata dal pediatra, generalmente, consiste nell’applicazione locale, direttamente nell’orecchio, per almeno una settimana di gocce contenenti Cortisone e di un antibiotico efficace contro i batteri che di solito causano questa infezione. Se c’è anche la febbre o un interessamento dei tessuti molli vicini al condotto uditivo esterno (es. gonfiore del padiglione auricolare), è opportuno aggiungere alla terapia locale una terapia antibiotica e cortisonica per bocca. In presenza di secrezioni molto dense nel condotto uditivo esterno, può essere utile il ricorso all’otomicroscopia che consente di osservare il condotto uditivo ad alto ingrandimento e di aspirare con precisione secrezioni e pus. Se il quadro non regredisce dopo 7-10 giorni di terapia è consigliabile un tampone auricolare per identificare il microrganismo responsabile ed eventualmente modificare la terapia antibiotica.

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